Virtù, natura e normatività

Da Re Antonio (Il Poligrafo, Padova 2004)

Il volume curato da Antonio Da Re e Gabriele De Anna si inserisce a pieno titolo all’interno del dibattito filosofico che si è sviluppato intorno al tema dell’etica della virtù, fornendo un’esposizione puntuale ed articolata delle diverse posizioni, unita ad una nutrita serie di spunti di riflessione e alla presentazione di molteplici rilievi critici e nodi problematici. La sua divisione in saggi permette, inoltre, un’articolazione dell’argomento strutturata su più e diversi livelli e restituisce al lettore la dimensione dialogica dalla quale i testi sono scaturiti. 

Il volume raccoglie, infatti, alcuni fra i saggi presentati al Convegno su Virtù e natura tenutosi all’Università di Padova il 15 maggio del 2003, affiancati da lavori nuovi, scritti in seguito al ricco dibattito che in quella sede si era sviluppato grazie, anche, alla presenza di alcuni discussane che interagivano con il relatore avvalendosi di una precedente lettura del testo. Il lavoro di discussione è poi proseguito anche dopo la chiusura del Convegno permettendo, in definitiva, di realizzare una raccolta che presenta un’organica integrazione tra le diverse prospettive, attraverso argomenti complementari che confluiscono in un insieme unitario.

Il filo conduttore del discorso è la riproposizione di un’etica della virtù che si presenta come una possibile alternativa rispetto al consequenzialismo e al deontologismo. Oltre la considerazione della moralità di un atto come dipendente unicamente dalle sue conseguenze e l’attribuzione di valore etico alle azioni in sé e per sé, si colloca una terza via basata sul recupero della filosofia pratica aristotelica. L’etica della virtù è stata considerata, a questo proposito, come una forma di perfezionismo etico, fondata sul presupposto che gli esseri umani siano dotati di determinate capacità insite nella loro natura e quindi che possono essere compiutamente realizzate solo attraverso la formazione di un buon carattere. All’interno di questa prospettiva, l’eccellenza morale sarebbe, quindi, resa possibile solo dall’educazione e dall’imitazione delle forme di vita felice che gli uomini vedono realizzate intorno a loro.

[Per leggere di più, vedi allegato]

16/12/2006
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