Strauss in Italia

Anche se questo è uno dei primi convegni italiani su Leo Strauss, più che di una sua ‘scoperta’ sarebbe opportuno parlare di una ‘riscoperta’. Da noi, infatti, Strauss fu scoperto, tradotto e abbandonato molto presto; prima che in molti altri paesi. L’edizione italiana di Natural Right and History, del 1953 – preceduta da alcune recensioni su importanti riviste – apparve infatti nel 1957, l’anno successivo alla pubblicazione, su ”Il Politico”, di una parziale traduzione del saggio What is Political Philosophy. E per dire della diffusione che ebbe il libro, basti dire che ancora negli anni ottanta, quando Mario Corsi lo adottava per i suoi corsi di Storia delle Dottrine Politiche alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, era ancora in commercio.  Ma se sul ruolo che Corsi e Bruno Leoni (fondatore e direttore di «Il Politico») svolsero nella storia della fortuna italiana di Strauss tor nerò tra poco, ora è bene dire che l’individuazione di Strauss da parte dei media come vero o presunto ‘padre nobile’ dei neo-conservatori (e non spendo parole per dire quanto questa tesi sia forzata, anche se in parte sostenibile dato che per delineare la genesi del neo-conservatori smo bisognerebbe parlare anche della singolare combinazione di mol te altre influenze), e quindi come di una ‘stella’ del panorama filosofi co-politico internazionale, fornisce soltanto uno spunto per tracciare una breve panoramica degli inizi della sua ‘fortuna’ italiana.

[Per leggere di più, vedi allegato]

16/03/2008
Data
Autore

Non utilizziamo cookies di tracciamento degli utenti o di profilazione. Per saperne di più puoi visitare la pagina relativa ai cookies.