Realismo metafisico e disaccordo pubblico. Alcune riflessioni a partire da Disputandum est.
1. Chi leggesse soltanto il frontespizio del libro di Antonella Besussi potrebbe essere indotto, vista la forte risonanza mediatica di quel dibattito, a collocarlo nel contesto del cosiddetto «nuovo realismo». Disputandum est nasce però, oltre che da un lavoro di ricerca del tutto indipendente, dall’insoddisfazione per le tesi di un’importante corrente in filosofia politica, quella dei liberali contemporanei raccolti (più o meno fedelmente) attorno al progetto di Liberalismo politico di John Rawls. Non si tratta, secondo Besussi, soltanto di dibattiti accademici: questa corrente di pensiero incarna allo stesso tempo una tesi sul significato della riflessione teorica e un approccio diffuso, sebbene in modo non sempre consapevole, nella sfera pubblica democratica. In questa intuizione si radica uno degli elementi di maggiore originalità del libro: l’intento di unire l’analisi di problematiche filosofiche classiche, spesso tralasciate dal pensiero politico contemporaneo, al dialogo con un pubblico più ampio di quello dei soli specialisti. Nelle prossime pagine vorrei sia presentare le linee fondamentali del discorso di Besussi, straordinariamente ricco nelle sue articolazioni, sia qualche considerazione a partire da esso.
Dall’inizio del libro viene in primo piano il problema della «disputa». Con questo termine Besussi indica un genere specifico di disaccordo, caratterizzato da una contrapposizione tra tesi contrarie e incompatibili riguardo al tema fondamentale di che cosa, e in quali casi, renda degna di considerazione morale la vita umana. Si tratta in genere di «questioni di vita e di morte»3, perché il quesito diviene incalzante nelle zone liminali collocate all’inizio o alla fine della vita umana – come quelle al centro delle dispute su aborto e diagnosi pre-impianto, eutanasia e nutrizione artificiale di persone in stato vegetativo permanente –, oppure quando è in gioco il rapporto tra la vita degli esseri umani e quella di altri viventi – gli animali, e in particolar modo quelli più imparentati con noi sul piano evolutivo, ma anche ambienti naturali con le cui dinamiche interferiamo.
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