PROFEZIA E POLITICA IN GIROLAMO SAVONAROLA. Firenze e la renovatio della Cristianità (1494-1498)
Mediante la predicazione successiva alla fuga da Firenze di Piero di Lorenzo de’ Medici e all’ingresso in città del re francese Carlo VIII (fatti avvenuti, rispettivamente, il 9 e il 17 novembre 1494), l’ormai popolarissimo Girolamo Savonarola da Ferrara – frate domenicano osservante, Priore del convento fiorentino di San Marco, Provinciale e poi Vicario Generale della neonata Congregazione omonima, da molti fedeli considerato «profeta» – intende orientare il cammino storico degli abitanti della città toscana verso il ritorno con purezza di cuore a Cristo e verso la costruzione di un reggimento politico che sia solido e a misura d’uomo, e che garantisca la pace, la giustizia e la prosperità.
A partire dal tardo autunno 1494, Savonarola mostra che il processo di renovatio da lui annunciato può trovare come uno dei suoi referenti principali la marcia compiuta nel deserto dal popolo ebraico. Secondo il Domenicano, che è convinto di riscontrare nelle numerose conversioni interiori e nell’avveramento delle proprie profezie il segno dell’elezione divina di Firenze, questa corrispondenza giustifica la comparsa nella Repubblica gigliata di un uomo di Dio che s’incarichi di guidare l’erto cammino dei suoi abitanti verso una condizione spirituale e materiale migliore. Pur essendo questo parallelo inizialmente ancora allo stato embrionale, già poche settimane dopo il crollo del cripto-tirannico governo mediceo la posizione del Frate comincia a delinearsi con maggiore chiarezza: la sua scelta di commentare il Libro di Aggeo, nel quale il profeta eponimo esorta i figli d’Israele a ricostruire il Tempio di Gerusalemme, esprime l’accantonamento di tutte quelle prospettive millenaristiche e apocalittiche, diffusissime all’epoca e che lo hanno sino ad allora influenzato, a beneficio di un progetto di riforma incentrato su un’antropologia realistica e volto a promuovere la costruzione terrena da parte dei Fiorentini di una comunità ricca, equilibrata e immune dalle «dissensioni».
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