Policia e governo della virt in Marsilio da Padova
1. Sciencia civilis
Sottraendosi al duplice giogo dell’eternità della rivelazione e della perpetuità dell’impero, le città si espongono alle variazioni del tempo, agli accidenti, all’irruzione costante della novità, si installano nell’ordine fluttuante della temporalità. Gli eventi che ne tracciano la vita non appaiono a Marsilio appaesabili alla cornice della teologia della storia o della mitologia dell’impero. Compito della sciencia civilis afferrare l’ordine immanente del tempo, per giocarlo polemicamente sia contro un timido umanesimo di ispirazione agostiniana che predica il rifugio nell’otium cum dignitate sia contro il contemptus mundi. La scienza civile forgia gli strumenti necessari a pensare la crisi e gli accidenti,in ciò confrontandosi con la negazione peripatetica di una scienza del singolare. E’ un pensiero della crisi che Marsilio elabora: scienza politica come scienza del tempo, della contingenza. E’ perciò significativo l’intreccio della scienza civile con la medicina. Da Taddeo Alderotti a Pietro d’Abano, la medicina si innalza a scienza in quanto conosce i corpi materiali secondo le forme comuni incorruttibili e perpetue e conquista il diritto di richiamarsi ai principi della filosofia naturale perché gli accidenti che il medico trova nei casi singolari possono essere ricondotti a regole generali in quanto essi incarnano singolarmente delle potenze permanenti della natura umana. Ma é nella sua pratica che la medicina si presenta come scienza del tempo, della contingenza e della collezione di singolarità. La medicina congiunge una teoria con una pratica orientata al problema del rapporto tra saperi teorici generali e l’andamento singolare e temporale della patologia. E’ in questa che si inscrive la crisi come tappa determinante del processo temporale.
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