MARX, DARWIN E LA “STORIA CRITICA DELLA TECNOLOGIA”
1. Le ricerche sul rapporto tra Marx e le cosiddette scienze dure sono ormai abbastanza ampie, anche se inferiori rispetto a quelle riguardanti altri ambiti, mentre di minore ampiezza sono quelle sul rapporto tra Marx e la tecnologia. Nonostante la presenza di numerosi contributi, il lavoro da fare per chiarire il rapporto che Marx ed Engels ebbero con le conoscenze scientifiche disponibili al loro tempo e l’importanza che esse rivestirono per la formazione del loro pensiero politico sembra ancora molto.
Il proposito di questo saggio è dare un primo contributo in forma d’ipotesi al chiarimento di cosa Marx intendesse con “storia critica della tecnologia (kritische Geschichte der Technologie)” e quale rela zione questa intrattenesse con l’Origine delle specie di Darwin (cfr. K1, 392 n. 89/414 n. 89). L’idea di Marx era costruire una storia che avesse una funzione critica senza però limitarsi a essa, ma fosse capa ce, altresì, di contribuire, assieme ad altri strumenti, alla definizione di proposte politiche; per fare ciò, Marx ritenne di dover assumere la teoria darwiniana all’interno di un progetto, complesso e ambizioso, di estensione dell’organologia all’ambito tecnico-sociale, in modo da saldare meccanicismo e organici smo. Una prospettiva che mirando a dissolvere il materialismo volgare e l’idealismo in una nuova forma di vita organizzata poneva questioni forse insuperabili per il suo tempo, poiché puntava a un organici smo senza finalismo e a un meccanicismo senza (pre)determinismo. L’attenzione di Marx ed Engels per le scienze ‘esatte’ fu costante, come evidenziato nel 1973 da Jean-Pierre Lefebvre nell’Introduzione a una raccolta di lettere sulle scienze naturali e la matematica: “Marx was preoccupied during the 1850s with physics, cosmology, geology and physiology, while En gels set about acquiring a mathematical education and took over from Marx in the sphere of science in the 1870s” (cfr. Labica in AA.VV. 1998, 17). Sembra quindi impossibile distinguere un Engels materiali sta dialettico, scientista e positivista da un Marx materialista storico, più ‘umanista’ (cfr. Guerraggio Vidoni, 7, 13). Ma non solo: “fin dall’inizio del suo nuovo corso teorico [1844] Marx avanza una pro spettiva conoscitiva aperta anche alle questioni riguardanti il mondo naturale e in questo senso l’esigenza di un’impostazione scientifica unitaria di fondo, pur rifiutando sia il riduzionismo proprio del materialismo meccanicistico sia l’unificazione delle scienze a un superiore livello filosofico proposta da Hegel e in certo qual modo anche da Feuerbach” (ivi 55). In Marx l’interesse per le scienze si acuì nell’ultima fase della sua vita, come testimonia Engels, il quale afferma che “dopo il 1870”, Marx, causa un “cattivo stato di salute”, che lo costrinse a interrompere il lavoro di stesura del secondo libro del Ca pitale, “occupò questo tempo con studi [di] agronomia, condizioni dell’agricoltura americana e partico larmente di quella russa, mercato monetario e banche, infine scienze naturali: geologia e fisiologia, e specialmente lavori di matematica pura” (K2, 11/11), non piegati alla sola esigenza di dare veste forma le alla critica dell’economia politica (cfr. Smolinski, 1193-4).
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