Immagine, differenza, artificio. Prospettive sul problema del male
Cotta Gabriella (Franco Angeli, Milano 2004)
Nella attuale letteratura sul problema del male, “Immagine, differenza, artificio” apre, o talvolta riapre, con ricchezza di rimandi e sensibilità teoretica, letture prospettiche, come si legge appunto nel sottotitolo.
L’opera, infatti, additando al punto di fuga della intricata dialettica tra le declinazioni ontologiche e teologiche del male e la relazione di uguaglianza-differenza tra natura umana e alterità, lascia intravedere, proprio in un gioco di prospettive, percorsi di ulteriore approfondimento e riflessione.
L’idea centrale, fin dalle prime pagine, è che “dentro ogni impianto teologico, ogni formalizzazione sistematica di un pensiero, si strutturi un’interpretazione del mondo dotata di connotazioni filosofiche”.
E nel trattare temi che intersecano i più complessi snodi concettuali teologici e filosofici, dalla cristianità alla modernità – come la simbolica del peccato riconducibile, ad esempio, ad Eva e Caino, o al libro di Giobbe, quella politica di Leviathan e Behemoth nella rielaborazione hobbesiana, o ancora le tesi luterane dell’antropologia e dello stato in cui emerge la contrapposizione della concezione politica del contrattualismo alla concezione classico-cristiana – l’autrice non intende perdersi in sterili ricostruzioni teo-sofiche, ma riannodare i vari paradigmi teologici e filosofici attorno a e attraverso il concetto del male, che si conferma “il cuore problematico della trasformazione della modernità”.
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