Il legame segreto. La libertà in Hannah Arendt
Maletta Sante (Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino 2005.)
Indagatrice della “vita” della mente, del carattere ontologicamente plurale e carnale del pensare, Hannah Arendt abdica al suo stato di filosofa per “guardare alla politica […] con gli occhi sgombri dalla filosofia ” (1964, 25 e 27). Sa che ”la maggioranza dei filosofi prova una sorta di ostilità nei confronti della politica” (1964, 26) e che “l’evento da cui prende avvio la nostra tradizione di pensiero politico fu il processo e la morte di Socrate, la condanna del filosofo dal parte della polis” (1954, 59). Quanto a lei, si rende conto di non essere stata mai veramente ”accettata” nella loro cerchia (ivi, 25).
Chi legge i suoi testi scopre, al contrario, che Hannah Arendt non solo è una filosofa, ma è una straordinaria filosofa. Questo hanno fatto presso l’Università della Calabria dove, qualche tempo fa, è stato animato un seminario sulla ricezione e il significato dell’opera di Hannah Arendt e i cui risultati sono stati raccolti in un volume. Curato da Sante Maletta, che a quest’ultima ha dedicato alcuni anni della sua attività di ricercatore, il testo in questione (Il legame segreto. La libertà in Hannah Arendt) è corredato da una ”Bibliografia arendtiana in lingua italiana” (a cura di E. Salatino) e si propone di fare il punto circa uno dei temi centrali della filosofia politica di Hannah Arendt: la libertà.
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