Giustizia politica senza verità
Pare che il mondo vada sempre in una direzione, quella del conflitto. Opportunismo, irregolarità, cecità e violenza sembrano elementi ineliminabili. Non bastano parole magiche o religiose, né guerre o colpi di spugna per risolvere il problema. Sembra più che mai illusorio perseverare verso un sogno di pace. Non perchè vitiis nemo sine nascitur, come scriveva Orazio significativamente citato da Immanuel Kant. Non c’entra il male radicale. Se l’uomo non é cattivo per natura, é probabile che per natura l’uomo non sia nemmeno buono. La natura non entra nelle vicende morali. Non ha la competenza né la possibilità di esprimersi sulle nostre o sulle vostre concezioni del bene, sulle nostre o sulle vostre aspettative di giustizia, sulle nostre o sulle vostre visioni del mondo. Rimane estranea alle questioni artificiali degli esseri umani, salvo a subirne gli indesiderati effetti.
In questo saggio difenderò l’idea secondo la quale il paradigma del liberalismo politico dei diritti può essere uno strumento per mettere insieme concezioni del bene differenti, ma non per realizzare la pretesa, a mio parere non sostenibile, che i diritti contengano in sè valori assoluti di verità. Situerò questo problema nello sfondo della società europea, tenendo presenti fattori di rischio e delineando possibili obiettivi.
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