Demografia, politica e storia in Italia e Francia nel novecento
A. Treves (Led, Milano 2001) e P.-A. Rosental (Odile Jacob, Paris 2003)
La storia della demografia, come disciplina e tradizione di studi, ha recentemente registrato un crescente e rinnovato interesse legato al carattere particolare di tale settore, strutturalmente connesso con la politica in generale e con le politiche pubbliche intorno alla popolazione: questo campo si presenta, quindi, come un osservatorio particolarmente adeguato per studiare il rapporto tra scienza e politica in un determinato periodo storico. La prospettiva ora richiamata è particolamente evidente nei due volumi, pubblicati a distanza di due anni l’uno dall’altro, di Anna Treves e Paul-André Rosental, che tuttavia presentano una diversa angolatura di inquadramento del tema1.
1. Il caso italiano: l’impostazione della ricerca di Treves
La ricerca di Treves, dedicata al tema della natalità e la politica italiana nel novecento, si muove entro l’ambito interdisciplinare definito dalla storia politica e culturale italiana, con un’attenzione particolare, ovviamente, alla storia del pensiero demografico e alla storia della popolazione. L’opera è divisa in tre parti: 1) la questione delle nascite in Europa, che fornisce una contestualizzazione del caso italiano e la definizione e precisazione storiografica della sua anomalia; 2) la cultura demografica italiana, che affronta i rapporti tra gli studi demografici e la politica del fascismo, fino alla politica della razza unita inscindibilmente alla demografia; 3) la questione delle nascite nell’Italia repubblicana e il peso che su di essa ha avuto la memoria del fascismo. Il tema così ridotto a un aspetto, peraltro centrale, degli studi e delle politiche sulla popolazione, presenta tuttavia un ampio sviluppo, sia per ragioni intrinseche (si tratta di un oggetto intimamente legato ad altri aspetti di carattere demografico e politico), sia in virtù del poderoso apparato bibliografico e di fonti che costituisce la struttura su cui si basa l’intera ricerca di Treves. L’approccio contestuale si presenta particolarmente fecondo perché consente di recuperare l’ambito culturale e politico in cui emergono determinate questioni di carattere scientifico e vengono formulate proposte di soluzione; ma anche perché, come si è detto, permette di fornire un contributo e un maggiore chiarimento, anche in chiave di discussione con le tesi di Treves, alla problematica storiografica dei rapporti tra scienza, e più in generale intellettuali e cultura, e politica nel periodo fascista e oltre. La tripartizione del volume è attraversata da una distinzione, che è tuttavia l’affermazione di un legame, tra le due fasi di politica natalista italiana: quella del regime fascista e quella degli ultimi decenni a partire dagli anni ottanta, dopo la scoperta della denatalità italiana; tale distinzione costituisce la tesi portante del volume, che afferma l’esistenza di un nesso tra le due fasi caratterizzato dalla centralità della tematica nazionale articolata sotto la particolare categoria dell’etnia, affermazione che implica la necessità di condurre fino in fondo l’operazione storiografica e culturale di analisi e discussione del periodo fascista della storia italiana. All’affermazione di questa tesi è legata l’interpretazione complessiva proposta da Treves che in queste pagine si intende esporre e brevemente discutere.
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