CONSIDERAZIONI SU MANDEVILLE E SULLA SCONTENTEZZA DELL’ALVEARE
Premessa
L’intento di The Fable of the Bees: Or, Private Vices, Publick Be nefits, come dell’opera di Bernard de Mandeville nel suo complesso, risulta tuttora controverso e per certi versi oscuro. Per quanto egli lo enunci con chiarezza già nella Preface: lo scopo principale della favola […] è di mostrare l’impossibilità di go dere di tutte le più eleganti comodità della vita che si possono trovare in una nazione industriosa, ricca e potente e nello stesso tempo avere la benedizione di tutta la virtù e l’innocenza che si possono desiderare in un’età dell’oro: e di denunciare […] l’irragionevolezza e la pazzia di co loro che, desiderosi di essere un popolo opulento e fiorente […] tuttavia non fanno che lamentarsi e protestare contro tutti i vizi […], ciò ha fatto sorgere due principali ‘partiti’. Il primo vede in Mande ville un ateo libertino che fornisce un’interpretazione a-religiosa della società, il secondo un moralista cristiano che si serve dell’ironia e del sarcasmo per il suo rigorismo.
[Per leggere di più, vedi allegato]