Secolarizzazione e nichilismo. Cristianesimo e cultura moderna

Borghesi Massimo (Cantagalli, Siena 2005.)

Massimo Borghesi intende analizzare quello che appare oggi come un significativo ritorno della dimensione religiosa. I vari studi sulla secolarizzazione, che si sono susseguiti soprattutto a partire dagli anni ’60 e che davano ormai per scomparsa la dimensione religiosa, sono oggi smentiti, per di più, dal fatto che essa va acquistando un «ruolo identitario pubblico» (p. V).

Forme di religiosità che sembravano ormai appartenere al passato tornano sulla scena, ma è necessario chiedersi, asserisce l’Autore, se si tratti di «un’effettiva rinascita del religioso o, piuttosto, di una sua metamorfosi dipendente dalla forma della secolarizzazione odierna» (p. V).

Con grande chiarezza ed efficacia espositiva Borghesi traccia le linee di quello che a lui appare, tanto da parte dell’islamismo radicale quanto nell’Occidente cristiano, una «politicizzazione del religioso cui però non corrisponde nessuna rinascita autentica» (p. VI).

Interessante è l’analisi che l’Autore fa del concetto di “secolarizzazione”. Esso «contiene due significati che scandiscono due momenti della modernità» (p. VII). Il primo indica il processo di autonomia della morale dalla religione che si attua nella seconda metà del ‘700 con l’Illuminismo. Il secondo, invece, il transfert della nozione escatologica ebraico-cristiana in un contesto immanente, secolare appunto. Si tratta di due prospettive inconciliabili, in quanto il primo modello di secolarizzazione si attua in un contesto cristiano mentre il secondo tenta di prescindere da esso.

[Per leggere di più, vedi allegato]

17/12/2006
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