Epimeteo e il Golem. Riflessioni su uomo, natura e tecnica nell’età globale

Belliti Daniela (ETS, Pisa 2004.)

Le due immagini evocate dal titolo del volume rappresentano una chiara dichiarazione d’intenti delle tesi contenute nei saggi qui raccolti. Entrambe possono, infatti, rappresentare significative metafore della condizione odierna del rapporto fra uomo e tecnica: il primo mito citato è quello del titano che dispensa doni senza alcun criterio e simbolizza l’inavvedutezza con la quale le risorse vengono oggi consumate; il secondo è il prodotto di una materia informe messa in vita dall’esperimento umano, vicenda che potrebbe ben rappresentare la condizione dell’uomo nell’epoca della biotecnologia. Lo sfondo su cui si muovono i saggi contenuti nella silloge curata da Daniela Belliti è pertanto quello della globalizzazione, processo nel quale uomo, natura e tecnica si trovano ad essere fra loro in una più profonda compenetrazione, ma all’interno del quale occorre distinguere fra globo («totalità di mercato») e mondo («totalità di senso»).

Nelle tre parti di cui il volume è – virtualmente, come sottolinea la curatrice – composto vengono attraversati tre diversi piani di lettura. Il primo concerne la questione della “natura della natura”. L’avvento della globalizzazione – considerata, sullo sfondo, come un evento di forte rottura rispetto alla storia della modernità – ha posto l’uomo di fronte ad una serie di problematiche davanti le quali le risorse di senso finora disponibili faticano a fornire plausibili direzioni per il futuro. Fra le difficoltà principali va annoverata quella di ripensare lo statuto stesso del concetto di natura alla luce delle potenzialità tecniche oggi a disposizione. Emergono, in tal senso, questioni controverse riguardanti, ad esempio, la razionalità. Una costruzione tipicamente moderna dell’azione umana, vuole che la deliberazione sia più razionale quando il soggetto prova un sentimento di paura. Di fronte ad una situazione di pericolo, l’individuo tende ad agire razionalmente nel rapporto fra fine e mezzi; tuttavia, l’esperienza contemporanea dimostra con evidenza che un simile modello della deliberazione razionale non spiega più l’odierna mancanza di consapevolezza ecologica in grado di generare un cambiamento.

[Per leggere di più, vedi allegato]

22/09/2005
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Epimeteo
Allegato

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